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Per tutto il Medioevo, le fortune delle isole Maltesi erano legate a quelle dei reali e dei nobili Europei.
Nel 1282 una rivolta, conosciuta come quella dei Vespri Siciliani, in cui i ribelli Siciliani uccisero 3000 Francesi, uomini e donne e Re Carlo della dinastia Angioina perse il controllo dell’isola. Pietro III di Aragona fu incoronato Re di Sicilia e la flotta angioina sconfitta all’entrata del Porto Grande, durante la Battaglia navale di Malta nel luglio 1283. Questo ha segnato l’inizio del governo Aragonese su Malta, molta fu la gioia dei Maltesi che come i Siciliani, si erano rivoltati contro gli Angioini.
Sebbene facesse ufficialmente parte del regno di Sicilia, durante il periodo Aragonese, Malta era spesso data come feudo ad un nobile che divenne il Conte di Malta. Perciò nel periodo tra il 1283 e il 1350, i re di Aragona concessero l’autorità politica, incluso il diritto di imposizione fiscale ad una successione di Siciliani, assengnandogli i titoli di marchesi o di conti di Malta. Nel 1350 il Maltese implorò Re John I di Aragona di togliere Malta e Gozo dal governo Siciliano, per posizionare le isole sotto il suo diretto governo. Un accordo fu firmato quello stesso anno, tuttavia i re successivi lo ignorarono, e solo fu solo dopo un malcontento diffuso che nel 1398 Re Martin I riordinò che le isole maltesi non dovevano essere date come feudo. Questa promessa venne infranta di nuovo nel 1420 sotto il Re Aragonese Alfonso V. Un nuovo signore feudale fece pagare pesanti tasse ai maltesi e nel 1425 sotto un altro conte, Gonzalvo Monroi (o Monroy), il popolo Maltese venne ridotto in povertà. La situazione era così disperata che i Maltesi si sbarazzarino di Monroi, pagandogli quanto aveva speso per le isole, 30.000 fiorini. Come risultato a Mdina venne dato il titolo di “Città Notabile”, e l’autogoverno malteso conosciuto come “l’ Università” si impose. Il rimborso di tutti quei soldi non fu facile per Malta, e a peggiorare la situazione, Malta venne invasa dai pirati e devastata da una pestilenza dal 1427 al 1428.
L’influenza della cultura siciliana nelle isole Maltesi andava crescendo, man mano che i nobili e i mercanti mantenevano contatti costanti con i Siciliani mentre gli abitanti dell’isola si mescolavano con le loro controparti siciliane, i giovani promettenti vennero mandati in Sicilia per promuovere la loro educazione o carriera. I lavoratori stagionali maltesi lavoravano in Sicilia, molti si insediarono stabilmente in Val di Noto e altrove.
Nel 1500 le influenze siciliane attraversavano la società maltese, e questo era evidente nella vita materiale e nei comportamenti. Sotto i Re Catalano-Aragonesi di Sicilia, i mercanti catalani poterono usare malta come base per i loro scambi con il Nord Africa e con il Mediterraneo Orientale.
A questo punto, Malta cominciò a cambiare da un ristagno ad un avamposto chiave; intorno al 1300 Ramon Llull ha sottolineato il valore strategico di Malta per le crociate, mentre Malta cominciava ad apparire nelle classifiche dei marinai e nei giornali di bordo dei commercianti. I contatti costanti con la Sicilia erano fondamentali per le necessità costanti di Malta, adesso diventati bidirezionali, poichè il cotone maltese si è fatto strada nei mercati internazionali di Genova, Barcellona e anche oltre, grazie ai commercianti italiani e catalani.
I Corsari (una specie di pirateria legale) era un attività importante durante l’era Angioina. Le principali famiglie Maltesi hanno armato le galee e investito nei corsari del canale Siculo-Africano, lungo il Nord Africa, e nel Mar Ionio. Furono fatte fortune, ma attirarono aspre e frequenti rappresaglie. Nel 1429 una grande forza tunisina invase le isole e assediò Mdina, portando via migliaia di schiavi. Costante era il timore degli attacchi dei Mori, e le isole durante tutto questo periodo venivano costantemente attaccate, inizialmente dai nemici politici del Re, fossero essi Angioini, Veneziani o Genovesi. Una flotta catalano-aragonese saccheggiò Malta, Gozo e Pantelleria nel 1298, per punire Federico III di Sicilia, mentre dal 1470 le minacce aumentarono a causa dei Barbarossa con base a Djerba e delle ambizioni espansionistiche dell’Impero Ottomano.
Dopo la morte di Alfonso V e di suo fratello, le isole Maltesi passarono sotto il dominio congiunto siciliano e spagnolo mentre la Spagna dominava la Sicilia. Sotto Re Ferdinando e la Regina Isabella, i maltesi affrontarono la miseria quando un enorme esercito di 18.000 uomini dalla Tunisia attaccò Malta e Gozo e circa 3.000 furono trascinati in schiavitù. In seguito a questo disastro, Re Ferdinando ordinò la costruzione di Fort St Elmo alla foce del Grand Porto. I soldati stranieri furono portati a difendere Malta, ma dovettero essere alloggiati in case private. Nonostante questi sforzi, i successivi quattro decenni fino al 1530 furono segnati da ripetuti sbarchi, culminati nel sacco del villaggio interno di Mosta dagli uomini di Sinan nel 1528.
Prima dell’arrivo dei Cavalieri a Malta, le isole avevano una popolazione di circa ventimila abitanti, pari ad una città di medie dimensioni in Sicilia. La produzione locale di cereali e altri prodotti alimentari era limitata, la maggior parte dei bisogni di Malta erano forniti da importazioni di grano esentasse dalla Sicilia. Si cercò di assicurare che le isole avessero abbastanza riserve alimentari per le emergenze causate da epidemie, tempeste o azioni nemiche, poiché mentre impiegavano una grande forza per conquistare le isole, alcune navi potevano effettivamente bloccare Malta per settimane, interrompendo commercio e comunicazioni.
Nel 1522 l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme dei Cavalieri Ospedalieri fu scacciato da Rodi dai Turchi e dopo aver vagato per 8 anni in Europa, re Carlo V di Spagna donò Malta ai Cavalieri come base, con lo sgomento della nobiltà maltese che sentiva che Malta era stata tradita ancora una volta.
La tempestosa storia feudale di Malta ha fatto sì che le isole soffrissero sia economicamente che socialmente durante il Medioevo, e non hanno beneficiato di un rinascimento sociale e artistico come il resto dell’Europa. Tuttavia il trasferimento di Malta e Gozo all’Ordine di San Giovanni nel 1530 cambiò tutto ciò. Da quel momento in poi le isole non furono più controllate dalla Sicilia; la difesa, il controllo politico e tutte le decisioni sarebbero state assunte dall’Ordine. Sebbene Malta continuasse a dipendere dal grano proveniente dalla Sicilia, il passaggio da una comunità marginale sotto un viceré siciliano a un’isola sotto il dominio diretto dei Cavalieri di San Giovanni fu veramente rivoluzionario.
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