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Il primo contatto registrato tra le Isole Maltesi e i Romani, fu per questi un occasione persa. Nel 255 a.C. durante la Prima Guerra Punica, la flotta romana stava tornando da una spedizione in Africa quando si fermò a Malta, i romani saccheggiarono tutto quello che poterono, e devastarono il resto. Chiaramente, non si resero conto in quel momento del significato strategico delle isole.
Tuttavia, i Cartaginesi che governavano Malta a quel tempo, sapevano che presto o tardi i Romani sarebbero tornati per conquistare le isole. Dunque presero le misure militari per evitare l’invasione, e nel 281 a.C. quando i Romani tornarono, i Cartaginesi li affrontarono con una guarnigione di circa 2000 uomini sotto il comando di Amilcare. Eppure questo non servì a nulla, quell’anno i Romani non deovettero nemmeno combattere per conquistare Malta.
Malta non fu considerata una colonia dell’Impero Romano, faceva parte della provincia della Sicilia; per secoli queste isole condivisero la stessa fede che e si vede nei templi Romani e nelle statue di dei Romani trovati lì. Una volta che Malta fu sotto il loro dominio, i Romani non si imposero sulla popolazione Maltese. Le isole mantennero lo stile Punico e la lingua Punica continuò ad essere quella parlata, anche se non fu quella scritta nei documenti ufficiali fino al 1° secolo d.C. e oltre, probabilmente. Oltre a queste due culture, ce n’era una terza, la cultura Greca, già diffusa nel mondo punico, e che con la crescita si rafforzò.
Nel periodo Romano, la città punica di Maleth, centro amministrativo dell’isola, divenne conosciuta come Melite. Le sue dimensioni crebbero al massimo livello, occupando l’intera area dell’attuale Mdina e gran parte di Rabat, estendendosi fino a quella che è oggi la Chiesa di St. Paul. I resti mostrano che la città era circondata da spesse mura difensive, ed era anche protetta da un fossato protettivo.
Nel frattempo, l’occupazione Romana, introdusse riforme nel governo e nella religione. Dal 1° secolo d.C. le isole Maltesi hanno avuto il loro senato e l’assemblea del popolo, e coniavano la loro moneta basata sull’unità di misura del peso Romana.
Le isole prosperavano sotto il governo Romano, vennero innalzate a livello di Municipium e Foederata Civitas, come “Stato alleato” una città-Stato formalmente indipendente e pari. Molte atichità Romane testimoniano lo stretto legame tra la popolazione maltese e la Sicilia. Resti Romani trovati a Malta e Gozo includono i resti di una residenza impressionante, la Domus Romana a Rabat, a Malta, casa di un ricco aristocratico Romani, dove gli scavi hanno rivelato sofisticati mosaici in stile Pompeiano.
Il Cristianesimo venne introdotto nell’isola nel 60 d.C., quando San Paolo naufragò a Malta, mentre stava per affrontare un processo a Roma. Al contrario di quanto si crede generalmente, che il popolo si fosse trasformato in cristiano, di dei pagani e l’Imperatore continuarono ad essere adorati in entrambe le isole dal 1° al 3°secolo. Fino ad oggi, nessun ritrovamento archeologico ha confermato l’esistenza di pratiche Cristiane in questo periodo. Alcune persone potrebbero però aver seguito il culto in segreto, senza lasciarne traccia.
La profonda crisi, economica e spirituale che ha attraversato l’Impero Romano tra il 3° e il 4° secolo d.C., portò alla sua scissione durante il regno di Costantino I, quando il centro del potere venne trasferito a Bisanzio, rinominata Costantinopoli e fu creato l’Impero Romano d’Oriente, o Impero Bizantino.
Durante il regno di Giustiniano, nel 535 d.C., le isole Maltesi vennero assunte nell’Impero Bizantino insieme alla Sicilia. Il quantitativo relativamente alto di ceramiche Bizantine ritrovate a Malta, ha fatto pensare che l’isola potrebbe aver avuto un importante e strategico ruolo all’interno dell’Impero dal 6° all’8°secolo. Minacciata dall’espansione Musulmana, dal tardo 7° secolo in poi, i Bizantini migliorarono le difese di Malta, tuttavia furono conquistati dagli Arabi Musulmani nel 870 d.C.
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